La Alamanna di Antonio Oliviero (1567)

Una vera e propria impresa illustrativa originale rappresenta invece la serie di tavole a piena pagina e di vignette intercalate nel testo destinate a La Alamanna (1567) dell’altrimenti sconosciuto letterato vicentino Antonio Oliviero533.

‘“Poema Heroico d’intorno a l’attione già fatta da Carlo Quinto Imperadore in Alamagna contra la Lega Smelcadica”534

Ad una prima (faticosa) lettura il poema sembra una poderosa centonatura dei più nobili modelli letterari classici: come afferma lo stesso Vincenzo nella lettera al lettore: l’Oliviero ha seguito

‘“l’arte d’Aristotile, da Horatio, et altri insegnata, né più leggiadramente caminar dietro a le pedate di Homero et Virgilio accomodandosi d’intorno a l’imitatione di quelli talmente, che havendoseli per scorta eletti, non si é dimenticato pero de la diversa facultà de le lingue, et varietà di costumi”’

per confezionare un

‘Poema asperso hor di battaglie, hor di esortazioni militari, di determinationi et parlamenti, di provisioni et governi, così humani come celesti, et a le volte anchora di amori, di duelli, quando casuali, quando preparati, di ordinanze, di discipline, di esercitii di guerra, di discrittioni di luoghi et tempi, di naufragi, di horrori, di compassioni, di perturbationi, di allegorie, et alre varietadi, che allettar sogliono et dilettare l’animo di chi legge. Interserendovi medesimamente molti ammaestrevoli costumi, et abominevoli vitii quando scoperti, quando sotto varie fittioni avolti, per la imitatione hor di boni hor di vitiosi huomini, et spargendo per tutta l’opera molti giusti avenimenti, molti prudenti detti, et notabili sentenze, acciò oltre a la dilettatione de la varietà de le cose pigliar ne possano i lettori alcun fruttuoso costume, et ammaestramento di virtù insieme con li notabilissimi esempi di fortezza et prudenza, che da le divine operationi di Carlo splender chiaramente si vedeno. ’

L’opera consta di ventiquattro libri e per ognuno di essi, il corredo prevedeva, almeno inizialmente, una tavola a piena pagina, all’inizio di ogni libro, e due xilografie più piccole nel corso del testo, espressamente realizzate per l’occasione

‘“Si vede dunque per tante inventioni, tenti avertimenti et osservationi, quanto degno et nobile sia questo Poema, il quale hora benignissimi lettori vi si appresenta inante guernito di quelli piu nobili ornamenti, che per me stato é possibile, perche veramente ho sempre avuto per certo di non potermi tanto ne le stampe di quello affaticare, nè tanta spesa con si gran numero di figure ponervi, ch’egli non fosse anchora di assai maggior cosa degno. Et tanto piu, perche ciò mi pare molto in un Poema al proposito, anzi necessario, essendo che nel leggere si viene quasi ad un certo modo anche a rappresentar l’attione per via di esse figure, quando massimamente sono fatte con giudicio, et accomodate a la materia e suggetto de l’opera”. ’

In realtà, dopo il magniloquente frontespizio, raffigurante Carlo V che varca a cavallo un arco trionfale decorato dalle statue dei principi suoi alleati, e il ritratto dell’autore entro una spessa cornice, risultano illustrati solo i primi dodici libri: é lo stesso Vincenzo a spiegare, nell’avviso al lettore che precede la seconda parte del poema, che la realizzazione del resto dei legni avrebbe ritardato troppo la stampa e che sarebbe stata completata per una seconda edizione, che invece, non sappiamo se per scarso successo del titolo (in verità di ardua e soporifera lettura) o per qualche altra ragione, non vide mai la luce:

‘“Molti forse si maraviglieranno, che non siano questi ultimi dodici libri ornati de le loro figure come li primi : ma il desiderio quale era in me di dar et quelli et questi unitamente alle stampe é stato cagione che non havendosi potuto per diversi impedimenti cosi presto intagliare tante figure, come al tirar delle stampe si ricercava : non ho però voluto restar di farli vedere, acciò possa ognuno a suo modo considerar la forma di tutto il Poema integro et compiuto, et gustar l’artificio che in quello si scorge, mentre é con tal ordine disposto, che se ben tratta una sola materia, non resta però d’esser vario : et se bene é vario, tutto in se nondimeno corrisponde : come veggiamo che i membri ciascuno da per se, in un corpo sono membri, ma tutto insieme il corpo. Spero dunque di trovar perdono appresso di ognuno, poi che nel vero porta anche seco il formar cosi gran numero di figure gran tempo et travaglio, con promissione che dati in breve li fiano compiutamente figurati come gli altri primi dodeci si veggiono”.’

Le vignette sono spesso pluriepisodiche, con diverse raffigurazioni di città con architetture e paesaggi sullo sfondo, rieccheggiando un po’ quelle dell’Orlando Furioso, ma la qualità é certamente ben diversa. Molte scene raffigurano accampamenti militari e scene di guerra tra eserciti, piuttosto standardizzate. La qualità é discontinua ed é forse dovuta all’intervento di diversi incisori. Tra i personaggi del poema si mescolano “terrestri” reali e “ultraterreni” d’invenzione: tra gl’innumerevoli di entrambe le nature, il Duca di Sassonia, il Langravio, Stridonio, il Duca d’Alba, Granvelle, Ippolito da Porto S. Pietro, Pronia e Pepromena, Plutone o Crono, o personificazioni come l’Ira, la Notte, l’Invidia, la Discordia, attorniate da mostriciattoli che ricordano molto quelli di cui il Civetta aveva fatto una sua specialità.

Una bella xilografia a piena pagina raffigurante Abramo che piange, circondato da alcune donne, la defunta consorte Sara inserita in una complessa cornice con cimieri e blasoni nobiliari in alto e cartiglio in basso, orna l’antiporta dell’Oratio in funere illustrissimae et excellentiss. Principis et Dominae dominae Salome ducis Munsterbergi (1568) dell’udinese Mario Pittori, un componimento d’occasione molto probabilmente stampato in tiratura limitata, che ci é pervenuto un solo esemplare. Tutto fa pensare che la sola responsabilità di Vincenzo debba essere individuata nella stampa dell’opuscolo, e non potremo mai sapere se si sia incaricato anche della realizazione dell’incisione il cui raffinatissimo intaglio rivaleggia con i migliori risultati della contemporanea, e ormai dilagante, calcografia.

Notes
533.

Cfr. De Marinis 1941, p. 19 ; Mortimer 1974, n. 326 e per il frontespizio, Barberi 1969, I, p. 130 e II, tav. CIV. Ci si ripropone di tornare ad occuparsi di quest’opera prossimamente in altra sede.

534.

La Alamanna di M. Antonio Francesco Oliviero Vicentino, Venezia, Valgrisi, 1567, cc. A4r-A8r : Vicenzo Valgrisi a’ lettori.