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14/VI/1544
Asv, Senato Terra, registro 33 (1543-1544), c. 98

Serenissimo Principe, et Illustrissimi Signori,Havendo io Pietro Andrea Mathiolo Sanese medico tradotto in lingua volgare Dioscoride, et con lunghe fatiche poscia comentatolo, sarei desideroso per universale beneficio de’ ciascuno di farlo stampare in questa inclita città vostra di Venetia ; et perche vorei per qualche tempo godermi delle mie lunghe fatiche senza essere in cio da altri defraudato, supplico alla serenità vostra, che segondo la loro consueta benignità si degnino di volermi concedere gratia e privilegio che nissuno stampatore, o libraro possa debbi ne ardisca stampare ne far stampare, ne stampati vendere tali Dioscoride da me tradotti, et comentati in questa inclita et dignissima citta et in tutto il resto del loro Dominio per anni vinti futuri senza mia licentia, in pena de’ ducati 300 et uno ducato per ciascua opera, che si trovasse o, in questa inclita città, o in altro luogo del loro Dominio essere stata stampata, o venduta contra la volontà mia la qual pena senza che magistrato nessuno li possa fare gratia vada dove o a chi determinarono la Serenità vostra alle quali humilmente mi raccomando.

Che per [---] di questo conseglio sia concesso al ditto supplicante quanto el dimanda per anni diese proximi essendo però tenuto osservare quanto disponeno le leze et ordini nostri in materia di stampe et la pena delli contrafacenti sia divisa per terzo iuxta il solito cioe un terzo all’accusatore, un all’arsenal et un al supplicante.