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13/X/1554
Senato Terra, Suppliche, filza n. 19 (1554)

L’infrascritti Excellentissimi Signori Capi dell’Illustrissimo Conseglio di X havuta fede dalli Clarissimi Signori Rifformatori del studio di Padova, che nelli tre libri de nativitate scritti per Giovanni Scorner in lingua latina et tradotti nella volgare per M. Giovanbattista Carello, non vie é cosa alcuna contraria alle leggi, conciedeno licentia, che possa esser stampati in questa città. Datur dic xiii octob. 1554

D. Petrus Mauroceno / D. Alvise Foscarini / D. Armoro Barbaro Capita Illustrissimi Consilii X

Serenissimo Principe, et Illustrissima Signoria, Io Vincenzo Valgrisi stampator et mercante de libri fedelissimo servitor di Vostra Serenità, ho co’l privilegio di questo Illustrissimo Senato già stampato in questa Illustrissima città il Dioscoride volgar di M. Pietro Andrea Matthioli. Hora perche si approssima il detto privilegio al fine, ricorro a i piedi di Vostra Sublimità non per la continuazione d’esso, ma per un nuovo privilegio, per esser questo Dioscoride, che hora intendo di stampare, molto diverso dal passato, per haverlo nuovamente il proprio autore riformato con assai mutationi et infinite aggiunte ; di modo che quasi tiene solamente il suo primo nome, essendo nel resto molto a imitatione però del latino gia stampato accresciuto, et molto variato et per haverli io fatto disegnare et intagliare le figure a maggior intelligenza della materia che in esso si tratta. Nel che veramente ho fatto una grandissima spesa : ne quella solamente é stata in far ritrarre et intagliare le piante da valentissimi huomini, ma in farne trovare et portare molte che qui non nascono, da diversi paesi : tutto con la speranza (havendo però il favore, ch’aspetto dalla bontà et clemenza di Vostra Serenità) di mandarle con questo libro in luce, si per honore et gloria di questa Inclita città, come per utilità et beneficio del corpo humano. Il frutto di tanta mia spesa si portarebbero altri, che dopo me ristampassero , o facessero ristampare la detta opera prevalendo dell’industria, delle fatiche, et delle spese mie, come farebbono senza alcun dubbio, quando io hora la stampassi senza il privilegio di questo Illustrissimo Senato. Il che saria con danno et rovina di casa mia : percioche oltra alla grandissima spesa, che ho fatta in questa opera, ho gran [lacunoso] di figliuoli, et grande famiglia in casa, la quale co’l mezzo di questa mia industria (che altra mercatantia non faccio) sostento, pago le mie angarie, et passo la vita mia sotto ombra di questo Serenissimo Dominio. Per questo adunque io hora supplico humilmente l’Illustrissime Signorie Vostre che si degnino per la loro infinita bontà di concedermi questo privilegio, che altri che io, o chi da me haverà autorità non possa stampare, o far stampare, o in altro luogo stampato vendere il sopradetto Dioscoride volgare nuovamente dall’autore riformato, accresciuto, et con le figure ornato secondo il latino hora da me stampato per spatio d’anni venti, sotto pena a chi contrafarà di ducati cinquecento, et di perdere tutti i libri che fussero stampati, et anchora le figure che fussero fatte. Della qual pena una parte debba essere dispensata nelle opere pie, l’altra vada all’officio che farà l’essecutione et la terza all’accusatore. In questa pena s’intendano incorrere coloro anchora, che sudditi a questo Dominio lo facessero stampare in terre aliene. Vostra Serenità é clementissima et pientissima. Onde mi rendo certo, che essendo quella in questo a me ancho compassionevole, sia per impetrar dalla sua benignità questa gratia : della quale con ogni sommissione et riverentia la supplico, promettendole di mettere ogni mio potere et diligentia, che questa et altre opere che da me si stamparanno mediante il suo favore, escano belle et onorevoli, in honor e gloria di questa felicissima Repubblica et ai piedi di quella humilmente mi raccomando.