- 3 -
Tacitus, Publius
Le historie auguste di Cornelio Tacito, novellamente fatte italiane

In Vinegia : appresso Vincenzo Vaugris a’l segno di Erasmo, 1544

Cc. A2r-A3r: Al Clarissimo, e generoso M. Francesco Contarini Senatore e Patritio Veneto fu del Clariss. M. Zaccaria Cavaliere Benefattore e Compadre suo osservandissimo, Deditissimo Servitore e Compadre Vicenzo Vaugris, in Vinegia il di XVI di Febraio 1544 :

“Di tutte le maniere de componimenti generosissimo Signor mio, che l’ingegno humano non senza lode di divinità, per schermire l’opre mortali della morte degnamente ha trovato, quelli ne’l vero (se’l giudicio non m’inganna) piu eccellenti, e degni sono da istimare, che maggiore utilità, e diletto apportano alla mortalità, fra quali avenga che la divina Poesia per una certa sua quasi ragione antica s’attribuisca il primo honore, come quella, che é la regola, e maestra della vita, et un vago, et abondevole fonte de tutti li buoni, et honesti ammaestramenti, nulla dimeno perche s’adombra tanto con spessi veli di favole, che a gl’occhi dell’intelletto piu tosto un’ombra vana, che corpo vero appare: e per cio non da gran giovamento alla commune vita. L’historia certamente non di molto inferiore luoc degna mi pare, laquale percio che con nuda, e semplice verità racconta le cose memorabili, fatte o ne i remoti, o ne piu vicini secoli, come in uno ben terso specchio rappresenta tutto quello, che o seguire, o fuggire da noi si deve. Questa oltra che fa che l’uomo non sia sempre simile ad un fanciullo ignorante de le cose fatte, anchora discrivendo li costumi di varie genti, e distinguendo i luochi, e i tempi diletta gl’animi a meraviglia, e parimente giova, mentre n’insegna schifare gl’altrui errori, et imitare gli honesti, e prudenti fatti, che n’aprono la porta all’immortalità. Questa dimostra li varii avenimenti della fortuna, le sovversioni de regni, le mutationi delle cose humane, e tacitamente n’imbraccia il scuto per schermo delli colpi della nemica fortuna, e ne’l corso anchora della felicita ne ammaestra qualmente deggiamo governarci, e tutto cio fa con gli essempi d’infiniti grand’huomini. Hora devendo io publicare l’historia di Cor. Tacito novellamente tradotta nella commune lingua d’Italia, ragion primieramente mi mosse ad usar gli auspici vostri in questa pubblicatione, perche essendo quello historico antico e nobile Cor. Tacito devea meritevolmente haver ricorso a’l nobilissimo Contarino grandissimo honore della antichissima sua famiglia, e repubblica: a’l governo della quale (come dal caval troiano) tanti singolari huomini, tanti eloquentissimi, e prudentissimi Senatori, tanti illustri Principi sono usciti, che a noverarli tutti lungo sarebbe certamente. Alliquali voi Signor magnifico non minor gloria havete apportato con le molte, et honoratissime ambasciarie, che da quelli quasi hereditariamente ricevuto havete. Benche et a’l merito delle vostre singolar vertudi, et alla grandezza de beneficii vostri verso di me, a’l quale io deggio quanto posso il più, assai maggior dono si convenia. Nondimeno questa picciola Decima testimonio, e ricordo della mia perpetua, e benevola servitù con la grandezza de’l vostro animo vi degnarette accettare, che quanto minor laude consiegue chi picciola cosa dona, tanto fia maggior la gloria di ciascun generoso, che li poveri doni con ricco animo riceve. Raccomandomi alla sua buona gratia e prego il sommo Signor che adempi i meritevoli, e giusti disiderii suoi. Di. V. S. Clariss. Deditiss. Servitore e Compadre Vicenzo Valgrisi”.