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Mattioli, Andrea

Il Dioscoride dell’eccellente Dottor Medico M. P.Andrea Matthioli da Siena; co i suoi discorsi, da esso la seconda volta illustrati, et diligentemente ampliati: Con l’aggiunta del Sesto libro de i rimedi di tutti i veleni da lui nuovamente tradotto, & con dottissimi discorsi per tutto commentato.[con proprio frontespizio]: Il sesto libro di Pedacio Dioscoride Anazarbeo, in cui si tratta de i rimedi De i veleni mortiferi, tanto preservativi, quanto curativi; Tradotto, & commentato in lingua volgare Italiana da M. Pietro Andrea Matthiolo Sanese medico

In Vinegia : appresso Vincenzo Valgrisi, alla bottega di Erasmo, 1548

C. ****8v: Lo stampatore a i lettori :

“Veramente tra molti, che molto in lingua Greca, & latina hanno scritto sopra Dioscoride non minor lodi si denno dare da gli Italiani al Matthioli per haver egli sopra tal libro scritto in lingua volgare Italiana, che à quelli si dava, & da tutta via da Greci, & da latini, anzi tanto maggiori, quanto maggiormente ha egli in cotal facultà superato ciascuno, & schivatosi da ogni maggior gloria, che senza dubio conseguita havrebbe appresso la maggor [sic] parte dell’altre nationi quasi di tutta Europa, se in lingua latina piu tosto, che in volgare Italiana havesse scritto, & invero havrebbe egli molto ben potuto farlo, se piaciuto gli fusse, si come ne puo esser chiaro testimonio il suo bel trattato del mal francese gia in molti honorati luoghi stampato. Ma egli ha voluto piu presto giovare universalmente alla natione Italiana, che à tutte l’altre insieme curandosi per cio molto piu di sodsfare, & giovare à i suoi, che d’ogni gran nome, & d’ogni maggior gloria, che riescere gliene potesse. Benche di questo non si havranno lungo tempo à dolere l’altre provincie, che di cosi utili fatiche son prive, percioche odo per cosa certa, che nuovamente con molta cura, sollecitudine, & diligenza egli stesso s’é messo à farle latine. et per sodisfar hora alle querele de forestieri, & per dimostrare sensatamente à ciascuno, che tra gl’altri, che hanno scritto latino egli non sia de gli ultimi nella facondia del dire. Il che sapendo forse qualche altro gentil ingegno, che sia intento (come ho gia presentito) alla tradottione latina di questa opera agevolmente si distorrà dall’impresa, sapendosi che nissuno interprete puo con quanta arte si ritruovi cosi propriamente esporre, é esplicare le cose, come l’istesso auttore. Ma se piu alla perfettione delle facoltà, che si trattano (come ragionevolmente si deve) che alla politezza & vanità delle parole si guarda nella medicina, penso che in questo niunogl’habbi fin hora posto il piede innanzi, percioche con tanta accuratezza, et scortezza discorre le cose, con tante vive, & vere ragioni, & auttorità le pruova, & con tanta chiarezza, & efficacia le mostra, che ce le fa quasi toccare con le nostre mani, et con li nostri occhi vedere, si come egli con i suoi occhi ha veduto, & con le sue mani ha toccato la maggior parte di quelle cose, che mostra, pruova, & discorre, ne per certe l’afferma egli gia mai se vedute, & toccate non l’ha più, & più volte, quelle cose dico, che vedere, & toccare si possono. Senza che in questo la terza volta stampato oltre à due amplissime tavole, nell’una delle quali ritrovar puossi cio che nel corpo di tutto il volume si contiene, & nell’altra tutti i semplici medicamenti per qual si vogli morbo adunati insieme, v’ha fatto numero grandissimo d’aggiunte, & specialmente due bellissimi discorsi sopra i Prologhi del Primo et del Quinto libro, dove nell’uno tratta egli ac uratamente cio che desiderar si possa intorno all’historia delle piante, & nell’altro tutto quel bello, che si ricerchi sapere intorno alla generatione, materia & causa delle cose minerali. Siate adunque o lettori à lui larghi delle lodi, che gli convengono, & a me non avari di quello, che l’opera merita, se havete à caro, che egli s’affatichi à comporre dell’altre cose non meno utili, ne meno dilettevoli di queste, & io à stamparle con diligenza. In tanto godetevi queste & state sani”.