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Guevara, Antonio de/Mambrino da Fabriano, Roseo

La institutione del prencipe christiano, di Mambrino Roseo da Fabriano. Con tanta diligenza non pure intorno la lingua tutta racconcia, & emendata, ma etiandio dal medesimo auttore in piu luoghi per dentro di notabili sentenze, di leggiadri essempi, di maravigliose historie, & per poco d’intieri capitoli accresciuta; che più tosto, che ristorata, nuova opera da ciascuno, che con la vecchia la raguagliera, potra essere giudicata.

In Vinegia : alla bottega d’Erasmo di Vincenzo Valgrisi, 1549

Cc. *2r-*7v: Al generoso signor mio, il signore Leonardo Curz, Vincenzo Valgrisi, di Vinegia, 2 Gennaio 1549 :

“La humanità la cortesia, la gentilezza, et la liberalità usata da V. S.ria à me costi in Napoli, oltre che dimostrano voi humano, cortese, gentile, et liberale, fanno ancho, che io qui in Vinegia ve ne rimanga obligato per sempre, et ne ringratii per hora non pur con l’animo (poscia che la mia picciola fortuna mi vieta, che io possa con gli effetti) ma etiandio con le parole, se non quando debbo, almen quanto posso che altrimente facendo io, dimostrerei me avaro, villano, discortese, et inhumano. percioche qual fiera sarebbe piu ingrata , & piu fiera di me ? leggendosi che i leoni, et dragoni si sono dimostrati grati, et piacevoli a coloro, da quali hanno ricevuto beneficio. Mando adunque a V. S.ria per segno, che io ne son ricordevole, questa operetta: la quale se bene è stata altre volte stampata, non vi dovrà per cio essere discara; anzi tanto piu cara, quanto questo fa maggio fede a noi della sua bontà: percioche appo i librari quella si ha per buona opera, la quale molte volte, et molto presto si vende. oltre che se questa da noi stampata con le altre dell’altrui stampe si raguagliera, piu tosto nuova, che vecchia si potrà da ciascuno giudicare. conciosiacosa che non pure intorno le parole é stata usata tanta accuratezza, che in infiniti luoghi é stata racconcia, ma etiandio intorno i sensi; et di non poci essempi, d’historie, et per poco di capitoli intieri accresciuta dal proprio auttore: il quale, essendo la sua buona natura, della quale io son benissimo informato, et dall’opera si puo ancho in parte conoscere, se dall’estrinseco si conosce l’intrinseco; et dalla abondanza di quel, che s’ha dentro’l cuore escono le sue parole fuor della bocca, essendo dico la sua buona natura di giovare a tutti in universale, non credo; che haura a male, che io mi prevaglia dell’opera sua in particolare, spetialmente. S’altri vive del suo, ch’egli no’l senta; non solo per che scie dalle nostre stampe meglio stampata, et distinta, che dall’anima altrui; ma perche n’escie non pur men corrotta, ma ancho tanto piu corretta, quanto piu ultima di tutte. Ben potra recar maraviglia et a lui, & ad altrui, che io invii a V. S.ria che Prencipe non sete, la Institutione del Prencipe Christiano: ma cessi egli, et ogni altro di maravigliarsi; perche se non havete il titolo del Prencipe, ne havete la natura, le doti, le qualità, l’animo, le virtu, et i meriti; et se secondo i meriti si dessero i Prencipati, voi hora sareste Prencipe; et molti, che hora son Prencipi, sarebbono senza Prencipato. Hor quanto da ciascun savio é stimata da piu la virtù, che la fortuna, la qual consiste nelle cose esteriori, et improprie; com quella nelle interiori, et proprie; tanto é meglio havere i meriti; i quali procedono sempre dalla virtu; senza il Prencipato; il quale il piu delle volte é dato dalla fortuna; senza i meriti et con questo vi bacio le mani. Di inegia, il II di Genaio 1549, in carattere romano”.