Appendice VI : Paratesti di autori o collaboratori editoriali

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Cicero, Marco Tullio; Da Longiano, Fausto

Epistole dette le familiari di M. T. Cicerone recate in italiano. Con le ragioni del modo tenuto ne la tradottione. Con alcune annotationi

In Vinegia : appresso Vicenzo Vaugris a’l segno di Erasmo, 1544

Cc. *2r-*3r: A lo illustriss. e Reverendiss. signor Ranutio Farnese arcivescovo di Napoli, il Fausto da Longiano:

“Come ch’io habbia testimoni infiniti, questi due degniss. inanzi a gl’altri, e soi amorevoliss. il Signor Averso de l’Anguillara faranno sempre amplissima fede, quale sia stato il perpetuo giudicio mio di voi. Tal che niuno per mio aviso havria ad esser preso da meraviglia, ne da allegrezza d’alcuna degnitade aggiunta a l’altre vostre, come di cosa nuova: perche qualunque più largo honore vi si conferisce, devesi istimar sempre de’l merito minore assai, e se pure havemmo da maravigliarci seria il vedere quanto volentieri la fortuna sia non pur compagna, ma divenuta ischiava de la verità vostra. E se da rallegrare, vedendo sa così alto principio la ferma speranza, che tosto ell’habbia a pervenire a quel sommo de sommi honori, non che per debito di ragione potria dimandare la vertù sua: ma quel che pò dar di presente la fortuna. Il perche non più tosto la vidi, ch’io le dedicai l’animo, la lingua e la mano: e l’indi tutti i miei pensieri, parole et opre tolsero per unico oggetto le qualità vostre quali, eccedono tutte le meraviglie. E non despero ch’ella s’habbia a sdegnare di mirar si basso: poi che et i sommi Dei inchinano l’orecchie, e gl’occhi a i voti de mortali: et a grado si tolgono quello, che loro é offerto: tutto che habbiano di nulla bisogno. Io venni a Vinegia con intentione di dar principio a mostrare per veri effetti, quanto hora si manifesta in quella carta, da gli studii latini, de quali tante volte in sua casa a Padua lei presente habbiamo M. Alessandro Mangiuoli huomo di tanta interità, di tanta scienza, di tanto consiglio, M. Galeazzo Roscio persona non so se più giudiciosa, o letterata, o da bene ragionato, et io. Ma la fortuna mia perpetua aversaria non ha voluto, che io sia vincitore di questo desiderio. Si che seguendo la conditione de tempi presenti sono sforzato di convertire ogn’opra a le Muse Italiane, e compiuto tutto lo studio promessole, Dio concedente, ritornerò a le Muse latine. Fra non molto di tempo, v. s. aspetterà Un Dittionario de la Lingua Italiana. Un Commento in Dante. Un Commento in Petrarca. Una Repubblica Romana. un Duello secondo le leggi de l’honore. L’historie de Paduani. L’historie da’l 1494 fin a’l 1544. Le Vite de gl’huomini illustri da 100 anni in quà. 14 volumi di lettere. 160 dialoghi. Un volume d’Orationi. De l’arte de’l dire. Discorsi sopra Cesare. Un Capitano. Un Soldato. Un Cavalliere. Un Signore. Un Servitore. De la utilità de la historia contra la commune openione. De la felicità de nostri tempi. De’l rito de gl’antichi. Accusa di Seneca. Difesa di Cicerone. Uno Anticatone. De i pesi. De le monete. De le veste. De le navi. De i colori. De gl’odori. De i sapori. Un parallelo de proverbi Greci, Latini, Italiani. De le due Sette Stoica et Epicurea. La vita di Cicerone in Italiano: e molte altre traslationi. Tra tanto le ho mandato questa vegghia d’alquante notti per primo segno, e con ogni debita riverenza le bascio la vertuosa et honorata mano”.