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Diogenes Laertius; Rossettini, Bartolomeo / Rossettini, Pietro

Le vite de gli illustri filosofi di Diogene Laertio, Da’l greco Idiomate ridutte ne la lingua commune d’Italia

In Vinegia : appresso Vicenzo Vaugris, a’l segno d’Erasmo, 1545

C.*3r: A i lettori [Bartolomeo e Pietro Rossettini]

“Ogni mediocre ingegno può molto ben conoscere che difficoltà sia l'interpretar d'una in un'altra lingua, et quanto più tra se sono lontane, tanto in quelle nasce la difficoltà magiore. Onde se noi scrivendo, come hogidì s'usa in Italia, haveremo usato parole che sono in uso, de le quali la magior parte i scrittori de la lingua Italiana fin'hora non hanno usato: niuno punto si devrà meravigliare per ciò che come interpreti et traduttor fideli, non hauemo voluto ne epitomar, ne parafrasticare: anzi in quanto sia mai stato possibile, ne'l tradur, sempre habiam servato quella fedeltà che si conviene a i veri e fideli interpreti. E per che il proposito nostro sempre è stato di farsi intendere ne le nostre scritture: non parole proprie più d'un paese che de l'altro de la Italia hauemo usato, ma in somma quelle che à tutta la Italia universalmente sono proprie et communi. Si che i lettori umanissimi, se in queste nostre traduttioni vi sarà cosa che à pieno non ne restate soddisfatti (ben che quelle, ov'era la difficoltà magiore, con l'aiuto d'alcune persone dotte le havemo fatte facili e intelligibili) co'l vostro benigno animo potrete far conferire il testo volgar co'l Greco, d'onde è stato cavato. E così restarete su quello soddisfatti”.