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Colonna, Vittoria; [Rullo, Donato]

Le rime spirituali della illustrissima signora Vittoria Colonna marchesana di Pescara. Non piu stampate da pochissime infuori, le quali altrove corrotte, et qui corrette si leggono

In Vinegia : appreso Vincenzo Valgrisi, 1546

Pp. 2r-3v: Al lettore [Donato Rullo ?] 

“Alcuni si lasciano offuscare si fattamente il giudizio da gli ornamenti della poesia, che approvano, et ammirano etiandio quelli poeti, iquali non solo da veri cristiani, ma da philosophi gentili sono biasimati. Altri vedendo, i poeti comunemente nuocere all'istitutione della vita santa et pia, mossi da zelo di religione condannano la poesia come cosa abominevole, e profana, ma per mio giudizio non meno questi che quelli, errano grandemente, percioche si come saria degno di reprensione chiunque per la moltitudine de medici ignoranti vituperasse la medicina, la quale per sua natura è buona, et utile a corpi umani, cosi è riprensibile chiunque per la turba de poeti nocivi, et profani riprende la poesia, la quale è degna d'ogni commendatione, si come lasciando da un lato tutte le ragioni humane si puo chiaramente provare con la testimonianza di Dio, il quale ha onorato sommamente questa professione, hauendo voluto, che molte di quelle scritture, che si dimandano sante, percioche furono dettate a gli uomini santi dal suo santo spirito, siano state scritte in versi non meno belli che santi. Et senza dubbio questa maniera di scrivere si leggiadra, et dilettevole, è dono di Dio conceduto a mortali, accioche, come affermano anchora gli scrittori gentili, potessero lodare esso Dio, et gli uomini divini con uno stile piu magnifico, et piu sublime che non è quello delle prose. La onde veggiamo, che i poeti antichi greci et latini imitando a guisa di simie i santi poeti Hebrei, hanno con somma diligentia celebrato i loro falsi Dei, et quegli uomini, iquali percioche erano giudicati haver piu del divino, che dell'humano, si dimandavano heroi. La qual cosa considerando io, non posso meravigliarmi a bastanza di questi nostri poeti moderni, concio sia cosa che essendo risuscitata gia gran tempo fa la poesia, la quale per molti secoli adietro era stata quasi del tutto sepolta, in fino ad hora pochissimi si veggono, che habbiano trattato ne loro versi altro che cose inutili, et profane, imaginandosi, come da molti di loro io medesimo ho udito dire, che non si possano fare versi belli di cose sante, et pie. Ma sia benedetta la providentia di Dio, il quale per far palese a tutto il mondo la stoltitia di costoro, ha fatto nascere a nostri giorni una femina, la quale tratta le cose spirituali con una poesia tanto leggiadra, nobile, et divina, che non essendo ela inferiore a gli altri poeti ne d'ingegno, ne di eloquenza, et essendo tanto superiore nella qualità della materia, et del soggetto, quanto sono piu alte le cose celesti delle terrene, si puo dir senza iperbole, che la sua poesia fra queste altre non altrimente risplende, che si faccia la luna fra le minori stelle. Costei si chiama Vittoria Colonna Marchesana di Pescara, non meno famosa tra le persone pie per le sue singularissime virtu cristiane, che illustre fra poeti famosi per li suoi versi divini, iquali avendo io con somma diligentia raccolto in un libro, mi parrebbe di fare troppo grave ingiuria al mondo; se io tenessi nascoso cosi gran tesoro, pero gli publico pregando tutti i pellegrini ingegni, iquali si dilettano della poesia, che ad imitatione di questa mobilissima Signora consacrino la loro lingua, et stile à Dio, se vogliono scrivendo conseguire la vera immortalita, laquale non s'acquista, ma si perde consumando l'ingegno, et il tempo, domi preciosi di Dio, et altre composizioni inutili, et vane, le quali non sono tanto lodate, et apprezzate da gli ingegni puerili, et vani, che non siano molto piu biasimate, et vilipese da coloro, che sanno con sincero giudicio discernere le cose preciose dalle vili”.