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Guevara, Antonio de; Lucio, Mauro

Del Monte Calvario composto dal’illustre Signor Don Antonio di Guevara Vescovo di Mondognedo, Predicatore e Cronista, e del Consiglio di Sua Maestà; Nel qual libro tutti i misterii del Monte Calvario si trattano da che fu Christo da Pilato condennato a morte, fin che fu da Gioseppe, e da Nicodemo posto nel sepolcro, Parte prima. Tradotta pur hora in buona lingua volgare dal Mauro; e riposti in margine fedelmente i luoghi della scrittura citati dall’Autore, et corretti molti et molti luoghi ch’erano male allegati; con le sue Tavole necessarie.[con proprio frontespizio:] La seconda parte del Monte Calvario del Mondognedo nella quale si ragiona delle sette parole, che Christo su l’altare della croce disse.

In Venetia : appresso Vincentio Valgrisi, 1560

Cc. a2r-a5v: Al molto reveren. Padre Don Clemente, Canonico Regolare, & dignissimo Prior del Monasterio delle Gratie in Reggio, Giordano Ziletti, di Venetia, 21 febbraio 1560 :

“Io non credo, che oramai mi sia molto necessario d’affaticarmi con molte parole à far fede ad alcuno, et principalmente à V. Paternità Reve. del desiderio ch’io ho havuto da già molt’anni di giovar’al mondo in questa profession mia delle stampe et de’ libri, essendosi già veduto manifestamente, et vedendosi tutta via, ch’io non ho spargnato fatica nè spesa alcuna per dare alle stampe ogni di libri nuovi, o tradotti, non mancando loro di tutto quello adornamento et di quella perfettione che sia possibile, et valendomi de’ migliori et più rari litterati, ch’io habbia sempre potuti havere. Nel qual mio desiderio mi hanno poi altamente conservato et acceso maggiormente l’essortazioni e i ricordi di vostra Paternità Reverenda. Et in particolare ella puo ricordarsi, che essendomi l’anno 1552. accaduto d’essere in Napoli insieme col dottissimo Signor Giuann’Andrea Vimercato, allora segretario della felice memoria di Papa Giulio Terzo, ci godemmo quanto più possibile la dolcissima conversazine di Vostra Reverenda Paternità, la quale haveva allora officio di procuratore del monasterio di santa Maria di Tremito. Et accadendo di ragionarsi la più parte di cose virtuose, et prncipalmente di libri, ella come intedentissima delle lingue, mi conforto’ molto à far tradurre alcuni bellissimi Libri di lingua spagnola, la quale Vostra Paternità intende, et parla, et scrive perfettamente, et sopra tutto mi commendo’ molto le vite degli Imperatori fatte da Pietro Messia, et il Monte Calvario del Mondognedo, con l’oratorio de’ religiosi, de’ quai libri in lingua Spagnola Vostra Paternità, in quell’ora medesima mi fece dono privandone la sua bellissima Libreria. Là onde tosto ch’io fui ritornato in Roma gli diedi à tradurre all’Eccellente Signor Lucio Mauro, il quale lasciando indietro ogn’altra cosa sua si mise à farli con ogni diligenza et sollicitudine. et ancor che io sapessi la molta sofficienza et dottrina di quell’huomo et quelle tradottioni mi venissero sommamente da tutti quei primi litterati di Roma miei amicissimi, io volsi tuttavia soprasedere il dargli alle stampe, finche li facessi prima vedere a vostra Paternità, del giudicio della quale mi parea di potermi confidare sopr’ogn’altro. Ma essendo lei in que tempi stata creata dalla sua religione Abbate di S. Pietro ad Ara in Napoli, et poi adoperata in diversi luoghi, et à me essendo accaduto di ridurmi à Venetia, non mi era mai fino à questi giorni à dietro venuto fatto di ritrovarmi con esso lei , come piu volte io havea sperato et desiderato, et fra tanto s’é ved uto che i detti libri sono vsciti fuori tradotti da non so chi altri. Et ben che da infinite persone intendenti à me fosse di continuo fatta fede quanto detti libri già stampati fossero mal tradotti, et io fossi da molti sollecitato à dar fuori i miei, non ho tuttavia voluto mai dispormi a farlo, finch’io non n’havessi il parere di V.P. la quale essendo questi giorni passati venuta a Venezia in visita col Reverendissimo Generale, si degno’ di venirmi a vedere. Et domandandomi poi da se stessa, che haveva io fatto della tradottione di quei libri, tosto che io le narrai distesamente tutto il seguito, ella mi soggiunse, che ora molto più che prima io doveva esser caldissimo à darli fuora, se desiderava giovare al mondo, come par ch’io faccia professione. Percioche quei libri già stampati da altri, sono cosi malamente tradotti, con tanta durezza di lingua, con tanta mala intelligenza delle sentenze et delle parole, con tante cose importanti lasciate fuori, et sopra tutto con tanta falsità d’allegatione di luoghi della scrittura, che era cosa necessaria, non che utile, il rimediarvi. Dal che si é fatto, che io doppo la sua partita ho incominciato subito à dargli alle stampe, et essendo già finita questa prima parte del Monte Calvario, ho conosciuto per mio debito il fargli vscire sotto l’onoratissimo nome di Vostra Paternità Reverenda come quella, che é stata principalissima cagione di fargli uscire, et come quella, che col giudicio et con l’autorità sua gli farà esser tanto più grati al mond, quanto si spera che si farà ogni di’ piu nota la virtù, et la bontà sua, et sopra tutto il grado et le forze da poter’infiammare, et spinger ciascuno ad operare à commune beneficio del mondo nelle cose virtuose, et illustri, si come ella vi alletta, et vi tira di continuo tutti i buoni con l’essempio suo. Et io, il quale sono tanto obligato quanto desideroso di far’à lei cosa grata conoscendo che ella aggradisca questo mio picciol dono con la solita bontà sua, et conforme a quella prontezza d’animo, con che io glie lo porgo, faro’ tanto più sollecito, et tanto più lieto nel dar fuori le dette Vite degl’Imperatori fatte pure dal medesimo Signor Lucio Mauro con molt’altri libri, et principalmente il Tolomeo con figure di stampe in rame, tradotto dal Greco, dichiarato, et illustrato dal Signor Girolamo Ruscelli, et piu altri otiimi autori, che io per ricordo di Vostra Paternità Reverenda, ho procurato di cavar dalle tenebre, et donargli al mondo. Il quale doverà riconoscer tutto da lei questo beneficio, si come faro’ ancor’io ogni onore, che me ne segua, al qual molto più aspiro, che ad alcun’utile”.