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Ptolemaeus, Claudius; Moleto, Giuseppe / Ruscelli, Girolamo

La geografia di Claudio Tolomeo alessandrino, Nuovamente tradotta di Greco in Italiano, da Girolamo Ruscelli, con Espositioni del medesimo, particolari di luogo in luogo, et universali sopra tutto il libro, et sopra tutta la Geografia, o modo di far la descrittione di tutto il mondo. Et con nuove & bellissime figure in istampe di rame, ove, oltre alle XXVI antiche di Tolomeo, se ne son’aggiunte XXXVI altre alle moderne. Con la carta da navicare, & col modo d’intenderla, & d’adoperarla. Aggiuntovi un pieno discorso di M. Gioseppe Moleto Matematico. Nel quale si dichiarano tutti i termini & le regole appartenenti alla Geografia. Et con una nuova & copiosa Tavola di nomi antichi, dichiarati co i nomi moderni, et con molte altre cose utilissime et necessarie, che ciascuno leggendo potrà conoscere. Al sacratissimo et sempre felicissimo Imperator Ferdinando Primo.

[IIa parte:] Espositioni et introduttioni universali, di Girolamo Ruscelli sopra tutta la Geografia di Tolomeo. Con XXXVI nuove Tauole in istampe di rame, cosi del mondo conosciuto da gli antichi, come del nuouo. Con la carta da nauicare, & con più altre cose intorno alla Cosmografia, cosi per mare, come per terra.

[IIIa parte:] Discorso universale di m. Gioseppe Moleto Matematico. Al Signor Federigo Morando, Nel quale son raccolti, et dichiarati tutti i termini, et tutte le regole appartenenti alla Geografia.

In Venetia : appresso Vincenzo Valgrisi, 1561

[I parte :] cc. *4r-v: A i Lettori [Gerolamo Ruscelli] :

“Tolomeo, eccellentissimo matematico, fu ne i tempi d’Antonino Pio Imperatore, intorno à 140 anni doppo l’avvenimento di Cristo, Signor nostro, et fu della città d’Alessandria in Egitto, ove in quei tempi fiorivan molto gli studi delle scienze, et era molto in uso la lingua Greca. Nella quale questo stesso Autore scrisse, oltre a questo libro di Geografia, la sua gran Compositione, che poscia con voce meza Barbara, o Araba, et meza greca, fu chiamata Almagesto, con alcun’altre opere pur d’Astrologia, o i Matematica, che van tutte comprese con quel volume. L’intention sua in questo Trattato di Geografia fu di scrivere, o insegnare il modo di far la descrittione di tutto il mondo, cosi’ in corpo, o forma rotonda, o sferica, come in piano. Il che egli inquanto alla teorica fa nel primo libro ancorche per certo di XXIIII Capitoli, che sono in esso, i XIIII si stendono in dimostrare o riprendere alcune cose di Marino Tirio, che allora doveva essere in molta stima, et tener Tolomeo in quella gelosia del principato, in che alcuni anni davanti a lui Eratostene havea tenuto Strabone, che pur tanto va riprendendo in ogni minutezza con molti fogli.Ora questo volume era già stato tradotto di Greco in Latino più d’una volta, et poscia di Latino in Italiano, ma certamente, o perche forse in quei tempi hebbero i testi Greci molto incorretti, o per qual si voglia altra cagione, si vede chiaro, che in moltissimi luoghi di molta importanza è stato non cosi’ bene inteso, o tradotto come conveniva. Et havendolo dapoi più d’un bello ingegno voluto esporre, o dichiarare, si vede, che in quei luoghi, che più importavano, essi quasi tutti o se ne passano via in silentio, o gli espongono molto diversamente da quello, che i più intendenti posson conoscere che sia stata la vera mente dell’Autore. Io adunque ho procurato non solamente di tradurlo dal testo Greco con ogni diligenza, et d’esporlo in tutti i luoghi suoi più difficili, ma ancora di venir per tutto aggiungendovi quelle cose, che mi son parute utili et necessarie, parte non dette, et ancora (per parlar’ingenuamente) parte non sapute da Tolomeo, non essendo ancora in quei tempi suoi ridotta questa nobilissima professione alla perfettion sua. Ma perche tutto questo potranno i giudiciosi Lettori venir conoscendo da se medesimi, io diro’ qui solamente, come a beneficio de gli studiosi in queste mie fatiche mi son valuto di tutto quello di buono, che era da tutti gli altri stato scritto fin qui sopra questo Autore, in ciascuna lingua, risecandone il superfluo, correggendo quello, che manifestatamente mi pareva mal detto, et aggiungendovi per tutto, quant’ho saputo di luogo in luogo. Onde potrete agevolmente conoscere, che questo libro sia ora in tal termine, che vi resti forse poco più che desiderare in quanto a se stesso. Ma essendo il mondo tanto mutato da quello, che era ne’ tempi suoi, viene la maggior parte de’ luoghi particolari da lui descritti ad esser come annullata. Et pero’, quantunque ancor’in questo si sia sopplito quanto s’è potuto, et fatte nuove Tavole, et altri aiuti, tuttavia per haver cotal descrittione interamente come si converrebbe ne i nostri tempi, io attendo da già molt’anni a far quella mia particolar Geografia, della quale ho toccato nella precedente epistola dedicatoria, et in più altri luoghi per questo libro. Onde sarà officio d’ogni nobil’animo d’adoperarvisi à beneficio universale, che io non defraudero’ alcuno della sua gloria, et ne lascero’ memoria et testimonianza nel libro stesso. Molt’altre cose, che appartengono a questo proposito, ‘haveranno nell’Espositioni particolari per entro, et nelle universali nel fine di questo volume. Et qui solamente avvertisco gli studiosi, che per esser’ il soggetto di tutta quest’opera diviso in tante parti, et molte cose toccate, o cominciate à dire nel primo, et nel secondo libro con tutti glialtri fin’all’ottavo, si finiscon poi di spiegar nelle Tavole, molte di quelle delle Tavole antiche si finiscono nelle nuove, et molte di tutte insieme si finiscono nelle mie universali Espositioni, che saranno nel fine di tutto il volume, per questo chi ha caro di ben farsi capace, et intendente di questa bellissima scienza di Geografia, procuri di leggere attentamente tutto il volume, tendendosi certo, che io ho tenuta ogni via possibile di satisfare et giovar pienamente ad ogni bello ingegno, et à quelli più, che più havendone bisogno, più leggono con animo sincero, et più aggradiscono questa prontezza dell’animo mio di far quanto posso per meritarmi l’affettione et la gratia loro. Inquanto poi alla stampa, essendo quasi sempre solito, che il primo foglio col frontispicio, et con l’epistole si stampi in ultimo, io nel volersi ora stampar questo, che già il libro é finito, ho voluto leggerlo tutto così in corso, et per certo mi son contentato molto d’haverlo trovato cosi’ ben ordinato, et cos{i bello di carta, di lettere, et d’ogn’altra cosa, ma sopra tutto d’havervi avvertita una molta diligenza et felicità del giovene che l’ha corretto, parendomi fin qui, che vi sieno incorsi cosi’ pochi errori, che ve ramente all’uso e alla natura delle stampe, (et massimamente nel modo, che tengon’oggi) si possa dir de’ bene stampati libri, che vadano attorno già da qualc’anno. Tuttavia perche in volume sì grande, con tante varietà di lettere, di lingue, et di compartimenti come sono in questo, é come impossibile, che non sia scorso qualche errore nello stamparsi, io non mancherò di rivederlo poi con piu diligenza, et ne faro’ la correttione in fine di tutto il volume. La qual correttione é quella, che gli studiosi pratichi soglion veder prima che altra cosa nel leggere un libro, et principalmente d’arti o di scienze, et cosi’ vario et importante, com’è questo. Et sopra tutto comunque sia, sarà officio d’ogni virtuoso, et d’ogni onorato et gentil’animo, di contentarsi benignamente del desiderio, ch’io mostro, d’adoperarmi con ogni mia forza in servigio di tutti i buoni. Et cosi’ in questa, come in ogn’altra operation mia, se alcuna cosa vi conoscono di mal detta, o fatta, attribuirle sempre tutte interamente alla mia imperfettione, et tutto quello all’incontro, che pur vi si possa trovar di buono, riconoscer da Dio solo, et alla sola divina Maestà sua render sempre ogni gratia et ogni gloria”

[II parte] : Nel prologo, Ruscelli dice:

“[...] nella Terza parte poi, cioé nelle Tavole, che Tolomeo ha poste nell’ottavo et ultimo libro, non era, inquanto al testo Greco, da dichiarar’altra cosa, che quelle proportioni de’ paralleli, che Tolomeo vien mettendo nelle iscrittioni di ciascuna d’esse. [...] Nè altro mette Tolomeo per le sue Tavole. Lequali vi sono poscia state fatte da chi gli ha tradotti et ordinati, ciascuno a suo modo, ma tuttavia han fatto tutti, quanto più han potuto secondo i modo e le misure di Tolomeo; Queste figure, cosi’ le vecchie di Tolomeo, che son XXVI, come le XXXVI moderne, che vi sono state aggiunte di nuovo, sono state ordinate et fatte senza ch’io pur n’habbia havuta alcuna notitia, se non dapoi che sono state finite tutte, et nel tempo stesso, che questo libro s’é voluto dare alle stampe, essendo la maggior parte d’esse state fatte in Roma mentre io non mi son partito mai di Venetia. Tuttavia io posso dirne sicuramente, che per certo, cosi’ di misure, et di copia di luoghi, come di disegno, et d’intaglio, sono le migliori, et più belle, di quant’altre se ne sien fatte, o vedute fin qui, cosi’ ne i Latini, come ne i volgari, come ciascuno per se stesso puo’ ben conoscere. Et se poi ne i nomi inquanto all’Ortografia si vedrà in esse qualche cosetta, non pienamente ben posta, non é da maravigliarsene gran fatto, sapendosi, che questi cotai lavori non si fanno per le mani de’dotti. Onde ancora ne i marmi et nelle medaglie antiche se ne veggono per la stessa cagione molto peggiori . [...]”.

[III parte:] c. F4v: A i legatori del libro:

“Perché in effetto questo libro per tante diversità di cose, é molto intricato inquanto all’ordine de’ fogli, per questo Voi diligenti Legatori, che amate l’onor Vostro, avvertirete nel legar questo libro, a questi pochi infrascritti Ricordi. In prima mettere ordinatamente i fogli di tutto il corpo del libro secondo questo Registro: da A a YY Che sono tutti duerni. Poi subito metterete tutte le figure delle Tavole antiche, che sono numero XXVII, in 27 mezi fogli, con questo Registro: + - 27 D 4. Dapoi metterete i fogli dell’Espositioni in lettera piccola con questo Registro. da alfa a eta. At poi le figure nuove con questo Registro da IA a XXXVI Nn. Et poi la Tavola ultima di tutti i nomi con questo.