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Ariosto, Ludovico; Eugenico, Nicolò / Pigna, Giovan Battista / Ruscelli, Giacomo / Grotto, Luigi / Fornari, Simone / Rota, Giovanni Battista.

Orlando furioso di M. Lodovico Ariosto, tutto ricorretto, et di nuove figure adornato. Con le Annotationi, gli Avvertimenti, et le Dichiarationi di Girolamo Ruscelli, la Vita dell’Autore, descritta dal Signor Giovan Battista Pigna. Gli Scontri de’ luoghi mutati dall’Autore doppo la sua prima impressione, La Dichiaratione di tutte le Istorie, et Favole toccate nel presente libro, fatta da M. Nicolo Eugenico. Il Vocabolario di tutte le parole oscure, Et altre cose utili e necessarie. Di nuovo aggiuntovi Li Cinque Canti, del medesimo Autore Et una Tavola de’ principii di tutte le Stanze. Con altre cose utili, et necessarie.

[con frontespizio proprio:] I Cinque Canti di M. Lodovico Ariosto i quali seguono la materia del Furioso. Tutti di nuovo revisti & ricorretti da molti importantissimi errori, che fin qui sono stati in tutti gli altri. Con gli argomenti in rima & discorsi Di M. Luigi Grotta d’Adria. Con alcune brevi & importanti annotationi del medesimo.

In Venetia: appresso Vincenzo Valgrisi, 1565

Cc. *2r-*4r: All'Illustrissimo et eccellentissimo signore, il signor Donn’Alfonso da Este principe di Ferrara. Girolamo Ruscelli, Di Venetia il di xii d'Aprile 1556 (v. Appendice 6.21); cc. *6v-*7r: Ai lettori, Girolamo Ruscelli (v. Appendice 6.21).

[Cinque Canti:] p. 588: Luigi Grotta a i lettori:

“Di questi Cinque Canti, cha vanno attorno con nome di principio d’un nuovo Poema dell’Ariosto, si deve sicuramente tener per vero quello, che in un suo Discorsetto se ne vede haver già scritto il Signor Hieronimo Ruscelli ne i primi fogli del Furioso stampato gia molte volte da M. Vincenzo Valgrisio, cioé, che veramente non fosser fatti per volerne comporre un nuovo Poema. Ma che elle fossero stanze, che da principio quel divino scrittore havesse fatte nel Furioso medesimo. Et poi per conseglio altrui, & per suo giudicio egli cogliesse via, per quelle vivissime ragioni, che il detto Ruscelli ne allega distesamente. Et per certo senz’alcuna di tant’altre deveria pienamente bastar questa sola, cioé il veder questi Cinque Canti, con infiniti errori di lingua, oltre a molt’altre imperfettioni. I quali errori si deve che in niuno modo non sono in alcuna altra parte di tutto il si gran volume del Furioso. Onde sarebbe cosa sconcissima a voler credere, che quel grand’huomo havesse saputo meglio la lingua, & l’altre cose importanti al comporre, quando era più giovene, che da poi in età matura, & più atta & disposta a voler comporre nuovo Poema, come costor dicono. Ma, essendo quasta cosa tanto chiara in se stessa, che non ha bisogno di molte parole per farsi intendere, io diro’ hora solamente questo, che volendo il Valgrisio satisfar pur’anco in questa parte à gl’ingegni curiosi de’ quali molti desideravano in questo suo bellissimo Furioso haver’ancor questi Cinque Canti, ha procurato col mezo mio, & d’altri di darli più corretti, & migliori in quanto puo’ appartenere a lui, che sia stato possibile. Il che potrà da se stesso conoscer ciascuno, che andarà conferendo questi con tutti gli altri fin qui usciti. Quegli errori poi, che si veggono al sicuro esser fatti dall’Autore stesso, senza potersi nè scusare, nè mutar senza mutar’i versi interi, o ancor le stanze, si sonlasciati come stavano, potendo ogni studioso conoscerli per se stesso. Voi dunque benigni Lettori aggradite dal Valgrisio & da me quello, che si é fatto per beneficio et satisfattion vostra, con quella bontà d’Animo, che da noi s’é fatto. State sani;

p. 629: Nicolo’ Eugenico a i Lettori:

“Gli anni adietro per satisfar l’honorato M. Vincenzo Valgrisio, diedi in luce la dichiaration di tutte le Historie, & Favole toccate nel Furioso. Ultimamente a requisition d’alcuni miei amici, liquali si volevano prender spasso, & piacere aggiungendovi molte altre, le dedicai per ischerzo ad un tale, che pigliando le cose da dovero era venuto in maggior riputatione dell’Asino d’Apulegio, quando portava la Dea Cibele sopra le spalle. Et hora volendo M. Vincenzo aggiongere altre cose nove al detto libro, io ho levate quelle, che mi parvero esser communi, & accioche il volume non si faccia maggiore, ho lassate (al mio parere) le più importanti, & difficili, come quelle che non sono manifeste a tutti, & non si ponno con quella facilità intendere che fanno le altre”.